XX edizione
29 agosto 5/11 settembre 2016
Per 20 anni abbiamo camminato contromano,
un po’ in salita, a piedi scalzi,
con coerenza e poesia tra le linee…tratteggiate.
Per 20 anni abbiamo vestito dei colori sgargianti della nostra terra
per ospitare, nel migliore dei modi, artiste e artisti da tutto il mondo con grande rispetto e curiosità.
Quest’immagine è la sintesi dei nostri 20 anni!!!
In un momento contrassegnato da insicurezza e instabilità per chi produce cultura, Isole che Parlano va contro tendenza e costituisce un’alternativa riguardo le modalità e i contenuti del fare un festival. Il modello scelto è quello di una realtà che da vent’anni coniuga in modo armonioso cultura, natura, archeologia e turismo; che basa la sua esistenza su un modello economico che fonde l’autofinanziamento (con l’attivazione del tesseramento a sostegno delle attività) con le contribuzioni di enti pubblici e privati. La Sardegna, con le sue radici più profonde, si confronta con la società contemporanea tracciando un ponte ideale con il mondo e rinnovando la sfida di un festival Internazionale a misura d’uomo in cui laboratori per bambini e adolescenti, fotografia di reportage e musica convivono uniti da un unico respiro.
Isole che Parlano – a Palau dal 5 all’11 settembre – compie vent’anni. Nato nel 1996 con un target internazionale e caratterizzato dal binomio tradizione-innovazione, è un progetto globale ed eterogeneo, sia per gli ambiti artistici e per le provenienze geografiche e culturali degli ospiti, che per la contestualizzazione dei momenti performativi, espositivi e didattici. La programmazione si articola tra zone costiere ed entroterra gallurese, mettendo in relazione aree accomunate da identità culturale e linguistica, ribadendo Palau quale cuore e centro del festival. L’obiettivo degli organizzatori è accostare la cultura contemporanea e i movimenti d’avanguardia con le culture autoctone, favorendo un confronto creativo tra ciò che circuita nei network dei festival internazionali e le espressioni più originali della Sardegna, intesa sia come area della memoria che come terra capace di produrre artisti contemporanei caratterizzati da una profonda unicità. Dal 2005 la collocazione della manifestazione a settembre, coniuga con successo le necessità del prolungamento della stagione turistica con una proposta originale che catalizza la curiosità di addetti ai lavori e di un crescente turismo culturale, ottenendo l’importante riconoscimento da EFFE festivals, rete delle più importanti manifestazioni europee. Un fiore all’occhiello per il Comune di Palau, da sempre attento sostenitore della manifestazione, per la Fondazione Sardegna e per l’assessorato al turismo della regione che si auspica vedere tra i finanziatori della rassegna.
Uno degli aspetti caratterizzanti del festival è la relazione arte-infanzia/adolescenza indagata nella sezione a misura “Isole che Parlano…ai bambini”. La ricca sezione didattica dedicata ai più piccoli – coordinata da Alessandra Angeli – ha consentito di radicare nel territorio la manifestazione, promuovendo cultura dal basso, in un rapporto costante con il contesto che la ospita, dedicando una particolare attenzione alla sostenibilità e all’impatto ambientale, con l’attivazione di laboratori multidisciplinari (fotografia, video, cinema di animazione, propedeutica alle arti e all’uso creativo delle nuove tecnologie).
Un altro fulcro della manifestazione è relativo alla fotografia di reportage, un’occasione per prendere atto del mondo che cambia e si trasforma attraverso le immagini di grandi fotografi contemporanei (negli anni sono state ospitate mostre di Mario Dondero, Cristina Garcia Rodero, Letizia Battaglia, Romano Cagnoni, Francesco Cito, e molti giovani emergenti). Guerra, mafia, migrazioni, razzismo, diversità, regimi totalitari, emarginazione, riti religiosi e il rapporto con la para-liturgia, l’inquinamento, le energie rinnovabili, il riciclaggio si materializzano ogni anno negli scatti del fotografo ospite. Qual è il ruolo del reporter? Come è cambiato il fotogiornalismo dal dopo guerra ai giorni nostri? Se da un lato una mostra è ciò che segue il reportage, ossia la trasmissione stampata dell’informazione di quanto “vissuto e registrato” dal fotografo, dall’altro esiste la funzione pedagogica del fare fotografia. Quest’aspetto didattico/educativo costituisce un’opportunità per far riflettere il pubblico e in particolare i giovani e i bambini, sulle tematiche di attualità. L’obiettivo è quello di utilizzare gli argomenti e le linee guida proposte nei reportage, per sviluppare consapevolezza e capacità critica da parte dei bambini e degli adolescenti coinvolti nei laboratori.
Il festival Isole che Parlano respira in questo modo, costruendo un’eterofonia in cui tutte le voci tracciano in modo libero il proprio percorso per generare un arcobaleno in cui convivono i diversi livelli di intervento culturale, tra sistema paese, l’entroterra e il mare.
L’Associazione Sarditudine e i direttori artistici Paolo Angeli e Nanni Angeli, proporranno per la ventesima edizione una sintesi, tesa a valorizzare l’originalità del percorso e la formula sperimentata, con concerti, lezioni-incontri, laboratori arte-infanzia e importanti mostre fotografiche. Gli eventi saranno dislocati in aree archeologiche (Pozzi sacri e Tombe dei giganti), aree cultuali e paesaggistiche (Chiese campestri, Il Faro di Punta Palau, etc.), in monumenti naturali (Roccia dell’Orso), nelle spiagge (Cala Martinella), nelle piazze, con eventi previsti anche nell’Isola di Spargi a Cala Corsara. Il festival coniuga cultura, ambiente, archeologia e si propone come un’operazione culturale di successo, con un modello sociale basato su incontro, diversità, tolleranza, che valorizza la funzione sociale del fare arte.
Perché quando pensi che sarà bellissimo, e poi è ancora meglio, e gli artisti ti lasciano testimonianze come queste ...forse, contromano, la strada è quella giusta:
Maybe the most beautiful festival we have ever played.
Stunning location, amazing people.
Thanks for having us!
Festival dal grandissimo spessore artistico e umano.
Roberto De NittisGrazie Paolo Angeli e Nanni Angeli, ci avete commosso con la bellezza che siete riusciti a creare
Valeria SturbaAncora un po’ storditi dall’overdose di estrema bellezza, non ci resta che condividere i nostri ricordi e ringraziare ancora di cuore tutti quelli che hanno partecipato al festival, dal pubblico ai musicisti ai tecnici ai volontari agli organizzatori tutti. OoopopoiooO – Isole che Parlano – Festival Internazionale
OoopopoiooOAt Sardegna yesterday. Nice water +22, so good food and vine, nice people, the sound can be better:-) All in all a fantastic festival and new friendship, wow! vassvik.com
Torgeir VassvikÈ passato qualche giorno dal Festival Internazionale Isole Che Parlano e la sensazione di straordinaria bellezza rimane viva e rilascia una magnifica serenità. Grazie a Paolo e Nanni Angeli per averci invitati in collaborazione con l’Archivio Mario Cervo. Grazie a tutte le persone che hanno lavorato per realizzare un Festival Internazionale unico al mondo
Zoe Pia - Shardana…Tornando qui questa volta, anche se per pochi giorni, ho apprezzato moltissimo questa regione della Sardegna, la zona di Palau. Voi tutti avete qualcosa di molto, molto speciale qui. C’è una grande energia, e sono molto felice di avere l’opportunità di assorbire parte di essa.
…Ringrazio tutte le persone che si sono unite per creare questo festival, e tutte le persone che continuano a farlo…
Viaggiando tanto, ho l’opportunità di partecipare a molti festival in tutto il mondo, e posso dire senza piaggeria – ma sinceramente – lo giuro, che questo festival è davvero uno dei migliori a cui abbia mai partecipato”
NEWS:
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