ISOLE CHE PARLANO
Festival Internazionale di Musica Teatro e Arti Visive
Fra Tradizione Popolare ed Eterodossia
X Edizione
Palau – 10/17 settembre 2006
…Che effetto strano…arriviamo al decimo compleanno, siamo pronti ad estendere gli inviti, abbiamo la lista degli ingredienti necessari per impastare la torta! Allora compriamo un palloncino e aspettiamo che il mare ci regali delle belle giornate di sole: perché Isole che Parlano è un festival nato per gioco…
Per il nostro decennale peschiamo ancora una volta nel non codificato, nell’assenza delle barriere tra i generi e le arti. Partiamo da una vecchia conoscenza: il fotogiornalista Mario Dondero, un viaggiatore che alla soglia degli ottant’anni ha ancora il sorriso incantato e gioioso di chi ha scelto di filtrare la vita attraverso un pentaprisma, in grado come pochi di trasmettere il vissuto che genera i suoi scatti. Mario Dondero ci offre sguardi – tra i più significativi, sempre coerenti – colti durante l’esistenza di un grande artista: Pierpaolo Pasolini. Le sue fotografie offrono un contributo inedito alla conoscenza dell’intellettuale friulano: una nuvoletta magica che ci tuffa nell’universo di un uomo di eccezione.
Diverso il punto di vista di Cinzia Cometti. L’artista piemontese, pesca nell’archivio fotografico dei rigattieri e dei mercatini dell’usato per contestualizzare le immagini all’interno di oggetti di recupero del quotidiano: fotografie dimenticate che si ripropongono allo sguardo e per farlo scelgono la collaborazione fidata di oggetti, ricomparsi dall’ombra dell’umile quotidianità; sequenza di volti, occhi, sguardi, recuperati da un passato non del tutto remoto, riesposti in una galleria che vuole echeggiare quel contenitore più antico che serviva per ricordare e celebrare.
E arriviamo allo spazio concerti, in buona parte dedicato all’arte visionaria di Fred Frith, padre della chitarra preparata e massimo esponente dell’avanguardia anglo-americana. Migrante, vero e proprio guru e punta di diamante di una generazione capace di fondere poetica musicale e passione politica, ha partecipato a due stagioni di irripetibile fervore creativo: quella degli anni 60/70 del ‘rock in opposition’ – con gli Henry Cow – e quella avant-jazz newyorkese degli anni ’80. Attualmente insegna composizione al Mills – il prestigioso college musicale della California che ha raccolto l’eredità creativa di John Cage – e dopo ben dieci anni di tentativi per averlo tra noi ha deciso di omaggiare il festival! Lo fa in solo e in duo con la ghirondista australiana Stevie Wishart. Polistrumentista, compositrice e performer al violino, ghironda voce e elettronica, Wishart esplora tanto la musica medioevale quanto gli estremi più radicali della musica contemporanea. Il suo lavoro muove dal contrasto tra gli ambienti selvaggi rurali e la dimensione urbana. Mentre Frith trasmette il suo sapere alle nuove generazioni, Evan Parker, « in posizione stabile con le gambe ben piantate sul pavimento e con le mani che cingono il suo sax in continua e circolare attività, sembra aver indicato qual’è il reale senso della libertà in musica ». Tra i più importanti riferimenti europei per la nascita del movimento free e tra i più influenti e autorevoli sassofonisti in attività, Parker ha segnato con sorprendente coerenza e forza innovativa gli ultimi quarant’anni del movimento genericamente definito musica improvvisata. La sua libertà utopica è sostenuta in respirazione circolare da Andrea Pisu – il più giovane erede della tradizione esecutiva legata alle launeddas – miracolo di eleganza, di straordinaria capacità tanto nel rispetto della tradizione quanto nella caparbia ricerca del nuovo. Incontro all’insegna della free music, senza rete : Circolare. Per rimanere in tematiche circensi, arriviamo alle clownerie del duo Chadbourne-Lovens. Il tedesco Paul Lovens è tra i più amati e rispettati batteristi della scena della free music europea, Eugene Chadbourne è tra i più eccentrici ed eterodossi solisti creativi in circolazione: nel corso degli ultimi vent’anni ha saputo coniare un proprio linguaggio eretico e beffardo muovendo dal blues al be-bop al free jazz, tramando con schiere di musicisti di ogni natura. Il duo ‘Me and Paul’ offre una folle e spiazzante alchimia tra bluegrass, country, rock, swing, standards caratterizzata da una continua negazione delle barriere tra i generi musicali.
E…vogliamo rivivere la ciclicità stagionale della nostra terra, capace di regalarci cibo, musica e sacralità, Canti a Ghiterra, Launeddas e Cori a Cuncordu : sacro e profano, passionalità e ricerca si intersecheranno in una giornata – cooprodotta con l’ISRE, dedicata a Mario Cervo e Pietro Sassu – in cui la musica sarda risuonerà in contesti simbolicamente unici, cullata nella pancia dell’Orso, che finalmente sorride mentre gli americani e le carcasse belliche vanno via dal suo arcipelago.
E dopo aver testimoniato la nostra piccola storia, dopo un decennio investito a ‘tirare la corda’, continuiamo a seminare creatività e laboratori a misura di bambino. Composizioni in Ascolto – a cura di Alessadra Angeli, Cinzia Cometti, Michele Murgioni – parte da un’esplorazione polisensoriale del territorio il cui intento è quello di sentire e di registrare suoni, rumori, silenzi, sguardi ma anche di modificare la musicalità dei luoghi attraverso la realizzazione di composizioni aperte… in ascolto.
Dulcis in fundo il Circo della ditta Mascherpa Zirovna: Nando, presentatore-impresario improbabile e vagamente “cialtrone”, presenta la sedicente artista dell’Est Maila Zirovna. Questa regge la parte finché la sua “mediterraneità” non erompe impetuosa, ponendo fine all’ignobile farsa. Un baule di suoni e di poesia, giocoleria, tessuti e la magia rinnovata delle donne volanti!
Si abbiamo compiuto 10 anni!!E per festeggiare il compleanno della nostra Associazione ritorna la Banda Roncati: gruppo che sfiora i 40 elementi, capace di passare dal teatro comunale alla fiera dei trattori, dai colorati gaypride, alle manifestazioni contro la ceca visione unilaterale di un mondo governato a suon di bombe. Affidiamo a lei la nostra colonna sonora per ribadire ‘Di Ghjanna in Ghjanna’ che esiste ancora un modo di ‘sognare ad occhi aperti per far correre i sogni e poterli inseguire’.
… E salutiamo il mare, inseguiamo il palloncino che dal cielo vorrebbe mostrarci che in effetti dopo 10 anni abbiamo le nostre rughe …ma non facciamo plastiche facciali.