ISOLE CHE PARLANO
Festival Internazionale di Musica Teatro e Arti Visive
Fra Tradizione Popolare ed Eterodossia
V Edizione
Palau – 19/22 luglio 2001
A seguito di 4 edizioni caratterizzate da un intensissima attività ISOLE CHE PARLANO approda alla sua quinta edizione.
Arriva a questo appuntamento con la consapevolezza di essere una importante realtà, come testimoniano i riconoscimenti che accreditano questo festival (unico nelle proposte) come uno dei più originali della Sardegna.
Premiato dalla partecipazione di un pubblico numeroso (attento e soprattutto curioso), che ha saputo recepire proposte molto particolari e di non facile fruizione, e dalla crescente attenzione da parte degli addetti ai lavori (stampa specializzata e direttori artistici di altri festival), ISOLE CHE PARLANO mira con questa quinta edizione ad un consolidamento e ad un definitivo radicamento.
Alla crescente notorietà di un appuntamento che trova risonanza anche oltreoceano (sono stati inviati materiali ai direttori artistici da parte di gruppi musicali, compagnie teatrali, fotografi anche dall¹Argentina) dovrebbe seguire una risposta istituzionale adeguata.
Questo permetterebbe una crescita e la continuazione di importanti esperienze parallele al festival, quali l¹attivazione di un laboratorio musicale invernale concentrato sulla musica d¹insieme (proposto con successo nella scorsa edizione), la produzione di CD audio (vedi il documento sonoro relativo alle prime tre edizioni ISOLE CHE PARLANO, prodotto dalla etichetta Bolognese Erosha e distribuito in Europa, Giappone, Canada e Stati Uniti) votato da Guido Festinese (World Music, musica Jazz,Ultrasuoni-Il Manifesto ) come uno dei più bei dischi del 2000.
Cinque anni di esperienza
Riflettendo sul quinto “compleanno” è naturale voltarsi indietro e tirare le somme per potersi riproporre con freschezza e con la maturità che l¹esperienza comporta. Crescere, conoscere, collaborare sono alcuni dei termini più appropriati per definire le relazioni che la nascita e lo sviluppo di questo festival hanno incentivato. Questo ha fatto si che l¹organizzazione oggi possa giovarsi della presenza o della partecipazione di professionisti quali Pino Saulo (RAI radio-3), Massimo Golfieri (tra l¹altro grafico di ANGELICA Festival ), Alessandro Sordi (Kataweb, Musica di Repubblica e Cervello a Sonagli Associazione per la promozione di musiche innovative), Silvia Fanti (redazione teatrale del LINK PROJECT ), Massimo Simonini ( musicista e direttore artistico di ANGELICA Festival tra i più importanti festival europei sulle musiche innovative), Annika Haller (aiuto regista e scenografa presso i teatri di Salisburgo e Kassel) solo per citarne alcuni.
ISOLE CHE PARLANO cresce. E nel crescere si sta orientando verso la costituzione stabile di un équipe che collabori sia alla fase di progettazione che a quella di realizzazione della manifestazione (uno staff specializzato, di respiro internazionale, coadiuvato da tutti quei “fiancheggiatori” locali diventati ormai parte attiva nella realizzazione del festival).
La chiusura di un ciclo
L¹edizione del 2001 potrebbe considerarsi come la fine di un ciclo, la “quadratura del cerchio” , rispetto a quanto fino ad oggi questa manifestazione ha prodotto e proposto. Non un punto di arrivo ma una ripartenza verso altri suoni, immagini, gesti, spazi (…2001 Odissea nello spazio…) mantenendo fermo uno dei principi che ha caratterizzato negli anni il nostro programma (per il quale ogni edizione ha di fatto segnato il punto di partenza per la successiva, senza fratture, con approfondimenti ed ampliamenti dei panorami via via esplorati).
Come ogni anno un tema fungerà da sottotitolo, da filo d¹Arianna.
Le corde e le percussioni, elementi che hanno caratterizzato tutte le precedenti edizioni, avranno quest¹anno un ruolo di primissimo piano, costruendo l’asse portante dell’edizione 2001 del festival ISOLE CHE PARLANO.
STRINGS & DRUMS
un viaggio tra i continenti e le epoche, tra le differenti possibilità che gli stessi strumenti possono fornire a seconda della tecnica e, più ancora, della poetica di chi li utilizza.
uno sguardo sul ruolo che ad essi viene assegnato all¹interno di una performance o di un racconto.
Chitarre e batterie si susseguiranno in una ipotetica sfida senza vincitori ne vinti, e senza altro premio in palio che la costruzione di un “puzzle sonoro”
un “sotto traccia” che, secondo tradizione, sarà eluso dalle sorprese di turno…