ISOLE CHE PARLANO
Festival Internazionale di Musica Teatro e Arti Visive
Fra Tradizione Popolare ed Eterodossia
IV Edizione
Palau – 28/30 luglio 2000
ISOLE CHE PARLANO si pone a modello per chi con un budget “limitato”, ma con buone idee, voglia promuovere eventi culturali di grande interesse non ancora noti al grande pubblico. In tre anni di programmazione ISOLE CHE PARLANO ha permesso di vedere ed ascoltare, nei vari spazi allestiti per il festival, circa 80 artisti provenienti da Italia, Catalogna, Corsica, Australia, Repubblica Ceca, Russia, Francia, Giappone (gruppi musicali, compagnie teatrali, mostre fotografiche, cori tradizionali, poeti, scultori, musicologi). La fusione di generi e modalità espressive distanti fra loro, la cura nella proposizione e presentazione delle varie performance, ha permesso negli anni di sviluppare interesse e attenzione verso questo piccolo festival. L’eterogeneità del pubblico e l’attenzione dello stesso verso le diverse proposte, sono state le risposte positive per chi ha creduto che “il mondo dei fruitori” non fosse diviso da barriere invalicabili (un concerto di musica “innovativa” può suscitare interesse ed emozioni, anche in chi ha sempre ascoltato musica pop o tradizionale e viceversa). Ogni edizione ha di fatto segnato il punto di partenza per la successiva (non ci sono mai state fratture nette, ma approfondimenti ed ampliamenti sui panorami artistici presentati).
Il programma del 2000 del festival si muove in stretta continuità con le tematiche portanti delle precedenti manifestazioni, ribadendo il connubio tra Tradizione ed Eterodossia e fornendo nuovi spunti riflessivi con altre proposte che condensano i vari aspetti del Fare, del Dire, del Vedere con differenti linguaggi espressivi.
Tuttavia in questa edizione, diversamente dalle precedenti, sarà difficile tracciare una netta linea di demarcazione fra la tradizione e l’innovazione, come fra la musica ed il teatro. La maggior parte delle proposte non sono infatti connotate in un senso preciso, bensì sono felici momenti di sintesi che contengono tutte queste componenti.
Allo stesso modo viene a mancare una separazione di ambito tra un pubblico “adulto” o costituito da bambini o… da ottantenni.
La piazza è anche contraddizione.
A noi questo piace.
Il tema che caratterizzerà ISOLE CHE PARLANO 2000 sarà la VOCE.
La voce e l’oralità, ora in assoluto primo piano, ora come contorno, ora come “disturbo”.
La voce come mezzo espressivo, veicolo di sapere, di memoria, di nuove frontiere.
La voce come strumento musicale primordiale, mezzo comunicativo che supera la gestualità, primo stadio di “civilizzazione”, sfogo, urlo, sussurro, parola.
Concerti e Spettacoli
Nel 1999 gli organizzatori del festival “Isole che parlano” hanno avuto la conferma di un forte radicamento nel territorio.
Questo ha permesso l’attivazione di un laboratorio invernale, condotto da Stefano Zorzanello, rivolto ai musicisti locali. Nasce così il gruppo Dubbi e Perplessità-opificio di musica potenziale, combo di chiara derivazione Rock (composto da tre batterie, tre chitarre, un basso elettrico) orientato essenzialmente sulla forma canzone.
Segue l’interessantissima proposta del duo Meyer-Caric, gruppo la cui poetica è sospesa tra la musica popolare balcanica, il rock, la musica colta contemporanea. L’ironia e la struggente malinconia si alternano in balzi improvvisi, creando un’apparente incoerenza tra gli stili e gli umori (ma è proprio questo gusto dell’imprevedibile e dell’assurdo che costituisce la poetica del Duo).
Spicca la vocalità della svizzera Sabina Meyer, sospesa tra il canto lirico (particolarmente influenzato dal repertorio contemporaneo) e la tradizione klezmer.
Fuori dal coro la presenza di Bratko Bibic & the Madleys. Il fisarmonicista leader di questa formazione dall’organico chiaramente acustico (già membro dei Nimal gruppo storico nell’ambito delle musiche innovative), proporrà un repertorio dolce e suadente, caratterizzato da momenti lirici e impennate rumoristiche.
La voce fa capolino raramente, sottolineando, rafforzando o sussurrando.
Nella seconda serata, attenendosi e rafforzando il tema di questa edizione, verrà inaugurato il programma teatrale con Le avventure del Sig. Quixana di Roberto Castello. Raccontando il viaggio di Don Chisciotte Castello, coreografo e danzatore contemporaneo di fama internazionale, proporrà uno spettacolo “in solo” in cui si avvale di video, animazione, musica (Daniele Sepe), 3D, recitazione, danza e narrazione, dando a tutti questi elementi importanza paritetica.
A seguire la presenza del duo Minton-Weston. La collaborazione tra i due nasce nell’87: il primo cantante e trombettista (miglior voce maschile per l’International Jazz Forum nel 1988) migrante per il mondo e tra i generi musicali, il secondo pianista d’eccezione e studioso (insignito di numerosi premi a livello europeo), proporranno un repertorio di canzoni, trasversale per i generi riproposti (classica, pop, brani originali) e le epoche rivisitate, reso unico dall’interpretazione e la versatilità di Minton, nonché dal particolare ruolo del pianoforte complice della voce e non semplice accompagnatore.
Aprirà la terza ed ultima serata del festival la cantante giapponese Haco. Conosciutissima nell’ambito delle ‘nuove musiche’, come leader del gruppo nipponico After Dinner, Haco presenta a Palau una sintesi del suo percorso creativo rivisitando alcune sue composizioni nate per un più ampio organico, alternandole con brani tratti dai suoi due ultimi CD da solista. La sua performance è caratterizzata da una forte componente gestuale (che rimanda alla teatralità tradizionale nipponica) ma soprattutto da una inconfondibile vocalità, supportata da un uso della strumentazione elettronica non convenzionale.
Diverso il percorso e l’approdo di Leonyd Soybelman, leader del gruppo estone Ne Zdhali, band caratterizzata dall’ecletticità dei musicisti (un impressionante sfolgorio strumentale con sassofoni, trombe, tromboni, corni, un saltuario didjieridoo sopra l’elettrizzante triade chitarra-basso-batteria). Triturando rock duro, fanfare Jazz, scorrono a ruota libera baldanze punk e rhythm’n’ blues da balera tardosovietica, ma anche marcette funebri, intraducibili non-sense poliglotti, arie da ballo di sperdute comunità slavo orientali, fulminee suggestioni della cultura greca, ungherese, tedesca e cinese rilette con umorismo imprudente e sprazzi di controllata follia, secondo mobilità sceniche che fanno tesoro dell’antico apprendistato presso il Teatro drammatico russo.
Conclude la serata Lullo Mosso autore-attore dell’esilarante spettacolo musicale Mototrabbasso. Lullo Mosso è il pilota di questo strumento-veicolo magico che consente al conducente di spostarsi fra una canzone e l’altra in tutto il mondo della musica e in tutta la musica del mondo, raccontando e cantando personaggi e suoni di un fantastico viaggio in ogni angolo del pianeta, nel cosmo ed oltre.
Il suo viaggio, metaforicamente sviluppato nei vicoli del centro storico, lo porterà a contatto con volti e voci fino a ad un definitivo approdo sul mare.
Il mototrabbasso saprà nuotare?
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Mostra fotografica
Anche in questa edizione, in stretta connessione con il tema del festival, ISOLE CHE PARLANO inaugurerà la programmazione con una mostra fotografica.
A Palau verrà presentata al pubblico la mostra antologica “Una Commedia Umana“, di Mario Dondero.
Dondero rappresenta una delle più importanti ed originali “voci” nell’ambito del fotogiornalismo contemporaneo. Quella presentata a Palau costituisce una sintesi relativa ad un lavoro quarantennale, un percorso personale nel mondo e nel tempo raccontato attraverso volti notissimi (o assolutamente sconosciuti ai più) attraverso immagini di luoghi in cui la storia e la vita quotidiana hanno lasciato dei segni tangibili.
Immagini “belle” o forse è più giusto definirle importanti, che non concedono mai priorità all’estetica del soggetto fotografato, ma indagano o più semplicemente raccontano con estrema sensibilità e rispetto, un attimo, uno sguardo, un momento…
Grazie ad una nuova sezione di foto inedite “UNA COMMEDIA UMANA” rappresenta una “prima assoluta” (differenziandosi da Une Comedie Humaine, già presentata “all’Istituto Francese” di Napoli, al Manifestolibri di Roma ed a Genova).
La mostra sarà affiancata e rafforzata da un sonoro che verrà audiodiffuso per tutta la durata della mostra ( 28 Luglio -10 Agosto).
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Incontri
Il museo oltre ad assumere la funzione di “contenitore” per la mostra fotografica, ospiterà al suo interno gli incontri (approfondimento con gli artisti ospiti), momenti di riflessione che dalla seconda edizione caratterizzano la manifestazione Isole che Parlano.
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Spazio bambini
Lo spazio dedicato ai più piccoli sarà legato tanto al teatro quanto alla musica.
La voce sarà quella degli strumenti musicali, oppure sarà quella umana, ora mezzo di intrattenimento, ora di comunicazione e coinvolgimento attivo.
Il musico-giullare arriva in piazza rivolgendosi in particolare ai bambini, fa domande e presenta i suoi originali strumenti con piccole dimostrazioni musicali, spaziando tra musiche popolari di varia nazionalità alternate a composizioni originali; tutto questo, eseguito da fermo o in movimento, itinerando con le sue note da un punto ad un altro… seguito da un codazzo di bambini che lo scambiano per il pifferaio magico.
Tutti gli spettacoli sono ad ingresso gratuito