Yasamin Shah-Hosseini

(Iran)

Yasamin Shah-Hosseini (Iran)
Oud persiano

Yasamin Shahhosseini nasce a Theran il 4 novembre 1992. È diplomata alla scuola di musica di Theran, a cui segue la specializzazione sulla musica tradizionale persiana all’università. Ha suonato in diverse bands tra cui New music orchestra e Meta X (con la conduzione di Alireza Mashayekhi), Paliz, Avaye Tehran, Derang, Persian quartet, Tree Ouds (progetto guidato da Shahram Gholami), Mahbang etc. Ha suonato in USA, Germania, Italia, Olanda, Danimarca, Australia, Grecia, Cipro, Sud Africa, Iraq, Tunisia, Qatar e participato a diversi festivals e residenze musicali, in parte basate su una ricerca nella relazione tra tradizione e musica electronica. Yasamin a partire dal 2014 insegna oud nella Tehran music school e svolge workshop di specializzazione in tutto il mondo. Ha partecipato a diversi progetti discografici tra cui A Journay to the light (Hamid Behroozinia, 2013), Khayyam and minimal (Pouria Shivafard, 2014), Nobang (AAVV 2016), Ayyaran (Ahman Pejman, 2016), 3Ouds (Shahram Gholami, 2016), Salnameh (Mohammadreza Fayyaz, 2017), Solook (Nafise Gholampour, 2017), Daykato (Ali Najafpour, 2018). Nel 2015 ha prodotto il suo primo album da solista Gahan ed è di prossima pubblicazione il progetto in duo con Ramtin Nazarijou (al santour).

Ha vinto diversi premi in concorsi nazionali ed internazionali:
– Primo premio al music festival of music schools, 2005, Tehran, Iran
– Primo premio al XII e XIII Youth music festival, 2013 and 2014, Tehran, Iran
– Terzo posto al primo Oud symposium di Tunisi, 2018
Yasamin attualmente sta lavorando ad un nuovo progetto musicale di ricerca, con il gruppo Pouyesh, che partendo da un’analisi sulla musica persiana ha pubblicato diversi articoli.


Yasamin Shah-Hosseini è una musicista iraniana che aspira a ridefinire le possibilità stilistiche e culturali del suo strumento per una nuova generazione.  Master dell’oud –  laureata presso la Scuola di arti performative dell’università di Tehran, con una specializzazione estensiva sulla musica tradizionale persiana – suona frequentemente nel suo paese, in tour internazionali e  recentemente ha relizzato il suo album da solista Gahan, una collezione di improvvisazioni basate sui modi tradizionali della Persia.
Prima di scoprire ed innamorarsi dell’ oud inizia a suonare il piano, che studia per 5 anni, per avere poi una pausa come musicista. Ad 8 anni, vede un video del virtuoso di oud iraqueno Neseer Shamma: sarà un’esperienza estremamente importante: “non avevo ascoltato questo strumento prima di quel momento (…) è stato un momento speciale, il suono profondo, la modalità con cui veniva suonato, la sua forma e la storia che lo circonda, ho pensato che era il suono che stavo cercando e lo strumento che volevo suonare! Il mio interesse ha avuto un crescendo, abbinata ad una mia ricerca da autodidatta, e all’età di 10 anni ho capito che avrebbe rappresentato la mia vocazione futura.” Inizia a studiare con Mohammad Firouzi, un prolifico musicista iraniano, e con altri maestri, fino ad arrivare agli studi di musica tradizionale persiana presso l’Universitèa di Teheran.
La musica persiana è estremamente antica, per cui non si tratta solo di dar vita ad una forma musicale arcaica ma anche di apportare dei cambiamenti. Yasamin cerca quindi un confronto creativo con la tradizione, evitando di relazionarsi alla forma come ad una pratica museale e pensandola come una radice che collega al passato, che può essere esplorata e rivitalizzata in relazione al presente, attraverso la quale veicolare un pensiero contemporaneo. Come tutte le tradizioni, nel corso degli anni – o secoli – è sempre stata soggetta a dei cambiamenti.  Nei concerti Yasamin propone quindi una sintesi in cui antico e moderno, tradizione e interpretazione individuale, viaggiano insieme, in una condivisione con il pubblico di un concetto estetico ed artistico bivalente. Il fulcro del discorso è l’improvvisazione, punto fondamentale di sviluppo nella musica persiana.
L’approccio è basato sull’interpretazione di modi tradizionali (scale musicali dette Dastgah), che contiene chiavi di interpretazione e stratificazioni trasmesse di generazione in generazione tra i diversi maestri. Suonare ed interpretare i modi richiede non soltanto una tecnica esecutiva estremamente complessa, ma anche una profonda conoscenza delle caratteristiche nelle scale e della modalità di interazione. Il repertorio tradizionale (Radif) è trasmesso oralmente dal maestro all’allievo, linea a linea, frammento per frammento. Questo processo può essere alquanto personale, dipende dal carattere e dal feeling tra allievo e maestro e implica tanti anni di studio e l’analisi di ogni singolo Dastagh. Solo dopo un’accurata ed approfondita conoscenza della materia si può accedere ad un’strazione subliminare dei principi che contiene, rivelando il range delle possibilità compositive che si sviluppano durante la performance. Questo avviene in modo simile all’apprendere una lingua, con un’adeguata comprensione della grammatica e sintassi per poi costruire, in modo libero, le proprie parole, da connettere con il pensiero che si sviluppa in un preciso momento. In quel momento, pur facendo riferimento al Radif, puoi creare una tua struttura ed interpretazione.
Il nome Gahān è il prulare di gah (or dastgah—modi). L’idea di modulazione nella musica persiana (transizione tra un modo e l’altro) è il fulcro dell’improvvisazione. Yasamin ha basato la sua ricerca su questo punto sviluppando un approccio non comune ed innovativo di interconnessione. Nell’album ci sono tre brani legati ad una metrica chiamati Zarbi (uno dei ritmi alla base della musica persiana) e sei non metrici, chiamati Gah (in cui si esplorano le possibilità di modulazione). L’idea di base è che si possa improvvisare lavorando su tre differenti gradi: ogni dasrtgah contiene ulteriori frasi o paragrafi, definiti goushes, che a loro volta possono essere sviluppati o connessi con quelli più simili. Il punto di partenza e arrivo risulta peró sempre essere lo stesso modo. Il secondo livello, il più comune, è quello di passare tra i differnti dastgah simili attraverso i goushe. In uno stesso brano possiamo sentire una modulazione ad esempio tra i modi ‘mahour’ e ‘nava’, e a seguire approdare a un  ‘dashti’. Il terzo grado, quello che caratterizza lo stile di Yasamin, è quello di collegare i modi solo attraverso note in comune, senza utilizzare i goushes, note che diventano i punti di enfasi che permettono una comunicazione tra i differenti modi. Questo è un punto di innovazione che trova nell’ultima traccia dell’album Bigah il momento di massima libertà, dove viene meno il concetto di modo fisso come base di un discorso musicale.
Il concetto di modulazione nella musica classica persiana è il punto di specializzazione del corso di laurea di Yasamin e del suo dottorato e della sua successiva ricerca come musicista. Questi aspetti si completano con lo sviluppo internazionale della musisicta che si trova a confrontarsi con differenti backgorund e culture, con musicisti di estrazione musicale differente, indirizzandosi verso una fusion tra stili differenti, spaziando tra l’acustico e la musica elettronica – con collaborazione con compositori contemporanei e approdando ad un utilizzo live dell’oud coadiuvato dall’elettronica. Questo l’ha portata ad un progressivo allontanemento dalle esperienze più convenzionali, quali ad esempio le orchestre classiche iraniane, per approdare ad una rilettura personale della tradizione in Solo, aspetto innovativo attualmente in Iran: “ultimamente sto cercando continui stimoli per crescere come artista e proseguire nella mia ricerca di creatività ed ispirazione”.


 

Venerdì 6 settembre, per l’appuntamento Risacca – alle 18:30 nella bellissima Cala Martinella – Yasamin Shah-Hosseini sarà impegnata in una produzione originale insieme alla violinista indiana Preetha Narayanan.
La ritroveremo Sabato 7 settembre alle 11:00 durante l’incontro/lezione alla Chiesa campestre di San Giorgio, insieme a Marouf MajidiYasamin Shah-Hosseini, al coro di voci bulgare Trio Evridika e al Tenore Murales de Orgosolo per discutere sul tema Margini di Libertà: analisi della relazione esistente tra la tradizione e l’improvvisazione.
Infine, domenica 8 settembre (durante il Saluto al mare in programma alle 18:30 nella spiaggia di Palau Vecchio),  la giovane musicista di Theran presenterà il suo album da solista Gahan, per oud solo.

Incontri, proiezioni e concerti a ingresso gratuito, posti limitati,
prenotazione obbligatoria

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