Félix Lajkó nasce a Bačka Topola – una città nella regione multietnica e multiculturale della Voivodina, attualmente Serbia – il 17 dicembre 1974 (lo stesso giorno in cui, circa 200 anni prima , nacque Beethoven). Nessun membro della sua famiglia, nonostante ami profondamente la musica, intraprende il percorso professionale. Lajkó inizia a suonare lo zither – cetra a cinque corde con 17 o 40 corde di risonanza – all’età di dieci anni, includendo, due anni dopo, lo studio del violino.
Bambino prodigio, si diploma alla musical high school di Subotica, in un percorso didattico triennale per un programma di studi previsto per sei anni.
Ancora adolescente si trasferisce a Budapest e da subito inizia ad esibirsi in concerto con la band jazz Dresch Quartet.
Alterna la sua vita tra Budapest, l’Ungheria e Subotica, tracciando un asse ideale tra questi mondi e rappresentando una connessione culturale-musicale con la specificità della sua regione nativa Voivodina.
“La mia música è essenzialmente basata sulla sensitività e variabilità del mio strumento. Non suono nessun nuovo stile musicale, ho solo una mia personalità nell’improvvisare e comporre. Non faccio distinzione tra i generi musicali e i trends, suono folk, classico, rock, blues, jazz e posso improvvisare canzoni a piacimento”.
Lajkó ha suonato con un largo numero di bands e musicisti, tra cui Alexander Balanescu, musica contemporanea con il pianista-compositore ungherese György Szabados, come membro dell’ensamble Ritual Nova di Boris Kovač, con il giapponese Min Tanaka, Noir Désir e e la Boban Marković’s brass gipsy band.
Il suo violino ha suscitato reazioni entusiaste nei teatri di tutto il mondo, tra cui Tokyo, Amsterdam, Berlino, Bratislava, Praga, Budapest, Brașov, Belgrado, Sarajevo, Ljubljana, Francoforte, Lyon, Bordeaux, Venezia, Verona, Edinburgh, Londra, Tallinn, Vienna, e New York.
Paragonato spesso al Demonio del violino o denominato il Paganini della Voivodina, fin dal momento in cui appare su un palco, sia che suoni il zither che il violino, Lajkó è capace di fare qualsiasi cosa, di catturare il pubblico e trascinarlo in un mondo che è aperto solo a chi nasce con un prezioso talento. Le sue performance sono caratterizzate da impulsività. Non c’è bisogno di definire un confine, uno stile o un genere musicale. La sua direzione va in direzione opposta alla purezza dei linguaggi: traccia una línea trasgressiva, accettando e abbracciando l’incomprensibile.
Nel 2001, lavora al suo primo album come band leader, in cui supera il suo ruolo di virtuoso e mostra il suo talento nell’arrangiamento e nel creare sinergie tra musicisti di differente background, i quali costruiscono un sound con una specificità est europea mai sentita prima.
Nel 2002 realizza la sua prima compilation, il viaggio di un artista costantemente alla ricerca di nuovi significati e anche il primo album in cui appare con il progetto in solo.
Nel novembre 2004 realizza un’altra stupefacente sperienza, banco di prova di un musicista alla continua ricerca di un viaggio avventuroso, in cui realizza un affresco creativo sospeso tra classica, jazz, folk e musica improvvisata. Lo accompagnano Antal Brasnyó alla viola e Ferenc Kurina al contrabbasso (con ospite Michael Babinchak al violoncello).
Nell’aprile 2007 viene pubblicata la sua seconda compilation Remény. Nel 2007 Lajko ha interpretato il ruolo di leader del film di Kornel Mundruczo ‘The Delta’ – scelto come miglior film al Hungarian Film Festival 2008, con cui ha ricevuto il premio di migliore Colonna Sonora. Lo stesso anno il film viene selezionato per il Cannes Film Festival.
Nel suo album più recente From the Bush, registrato nel 2009 nella foresta (è il suo secondo lavoro realizzato in questo contesto naturale) tra l’Ungheria e la Serbia, lo accompagna alla viola Antal Brasnyo. Brasnyo è il suo partner insostituibile con cui ha l’abitudine di suonare insieme dalle 3 alle 4 ore al giorno. Il risultato è un’intensa e profonda simbiosi nella costrusione delle armonie e dei processi di improvvisazione. Questo lavoro da solo è un’idea parziale di quello che succede dal vivo, dove il duo si confronta con il contesto attraverso la pratica dell’improvvisazione, deteminando live irripetibili, di rara coerenza e intensità.
Discografia
1993 – Dresch Quartett
1995 – Lajkó Félix és Bandája
1996 – Noir Désir (guest)
1997 – Lajkó Félix és Lőrinszky Attila at the Academy of Music (live)
1997 – Lajkó Félix and the Royal Shadows at the Academy (live)
1998 – Lajkó Félix és zenekara
2000 – Boban Markovic Orkestar featuring Lajkó Félix
2001 – Lajkó Félix and band plays (the forest recordings)
2002 – Félix (compilation of previously unreleased works and new recordings)
2004 – 7 (Seven)
2007 – Remény (compilation)
2009 – A Bokorból (From the Bush)
video ufficiale “A Madárnak”