Isole che Parlano ...di fotografia
Letizia Battaglia
giovedì 10 settembre
ore 21,30
Centro di Documentazione del Territorio
via Nazionale 113, Palau
Fotografie
di Letizia Battaglia •••
inaugurazione mostra fotografica
Riflessioni sull’etica di un mestiere
Letizia Battaglia si racconta •••
lezione/incontro con la fotografo
la mostra, realizzata in collaborazione con Associazione Ogros, rimarrà aperta fino al 30 settembre
orari di apertura al pubblico:
10,00 – 12,00 | 17,00 – 20,00
*domenica 13 settembre aperto a tutti, le altre domeniche solo su prenotazione
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apertura straordinaria Giovedì mattina, 1 ottobre 2015, per le scuole interessate,
previo avviso e appuntamento ai numeri
+39 339 1459168 | +39 339 1876679
Per la sezione fotografia arriva a Palau Letizia Battaglia, la più grande fotografa contemporanea in Italia.
La mostra della Battaglia conclude un ciclo-iniziato nel 2013 con Mario Dondero, proseguito nel 2014 con Romano Cagnoni- dedicato a grandissimi fotogiornalisti italiani nati nei primi anni trenta del ‘900.
La reporter di Palermo, atipica per formazione, ha iniziato a fare la fotografa a 39 anni e dal quel momento ha dedicato la sua vita alla lotta per la libertà e contro la mafia, ritraendo dal 1974 al 1992 luoghi e vittime di omicidi, ma anche espressioni della quotidianità della Sicilia degli anni Ottanta e Novanta, immagini del tessuto sociale che ha convissuto con la morsa mafiosa, sguardi di donne e bambine.
La sua vita professionale è stata costellata di numerosi importantissimi premi. Ha esposto in Italia, nei Paesi dell’Est, Gran Bretagna, America, Francia, Brasile, Svizzera, Canada, ma pochissimo a Palermo, la sua città, dove vive tutt’oggi.
Mostra fotografica 'Fotografie'
di Letizia Battaglia
“ Una buona fotografia non è tecnica. Io ho fatto fotografie così come sono, disordinata, un po’ avventuriera
…non c’era bisogno di grande tecnica, c’era bisogno di grande cuore.
la banalità puo sopraffarti.”
Letizia Battaglia
Fotografie è il racconto di Letizia Battaglia, fotogiornalista di cronaca ed una delle più importanti fotografe al mondo. Il suo è un racconto in cui difficilmente la tensione si dissipa e solo raramente fa capolino un sorriso. Il percorso della mostra, 40 immagini in bianco e nero, ripropone in una sequenza di scatti di estrema crudezza, foto di omicidi, funerali, pianti, bambine e bambini per lo più poveri e al lavoro. Nelle foto sono rari i momenti di spensieratezza, e anche il gioco, quando c’è, richiama la violenza del mondo adulto. Si alternano omicidi di uomini politici noti – tra gli altri il Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale Presidente della Repubblica Italiana, nella foto intento ad estrarre il cadavere dall’automobile pochi minuti dopo l’assassinio – gente del popolo; uomini in manette che ostentano o si nascondono (tra questi i boss mafiosi Liggio e Bagarella); giudici conosciuti da tutti noi (Falcone ai funerali di Dalla Chiesa e Scarpinato con la sua scorta); donne adulte che per lo più piangono di disperazione, ritratte sui luoghi dei delitti, e che alternano sguardi fieri e mesti mostrando i ritratti dei loro cari defunti (tra queste la madre di Peppino Impastato); bambine e bambini che hanno perso l’innocenza. La povertà e la brutalità costituiscono lo sfondo onnipresente, il bianco e nero accentua e amplifica ulteriormente la situazione già fortemente drammatica espressa nelle foto. Non bastano alcune immagini più “leggere” (come la ricca signora col pellicciotto di volpe o la bambina col pallone) ad edulcorare il racconto, tantomeno è sufficiente il ritratto di Rosaria Schifani, con i suoi occhi chiusi, le sue lunghe ciglia, e il bianco candido di metà del suo bellissimo volto, ad annullare la metà oscura e buia del resto del racconto.
Queste foto colpiscono e feriscono, sia per la vicinanza in termini temporali con un vissuto troppo recente, che di costume. Palermo si vede, si sente ed è costantemente protagonista delle immagini che fanno rivivere un quotidiano molto prossimo; forse come dice Letizia Battaglia “guardando l’Italia di oggi, guardando il mondo oggi, sono le fotografie di una sconfitta”.
La mostra della Battaglia conclude un ciclo iniziato nel 2013 con Mario Dondero e proseguito nel 2014 con Romano Cagnoni, dedicato a grandissimi fotogiornalisti italiani nati nei primi anni trenta del ‘900. La reporter di Palermo, atipica per formazione, ha iniziato a fare la fotografa a 39 anni e dal quel momento ha dedicato la sua vita alla lotta per la libertà e contro la mafia, ritraendo dal 1974 al 1992 luoghi e vittime di omicidi, ma anche espressioni della quotidianità della Sicilia degli anni Ottanta e Novanta, immagini del tessuto sociale che ha convissuto con la morsa mafiosa, sguardi di donne e bambine.
La sua vita professionale è costellata di numerosi importantissimi premi: è stata la prima donna europea a vincere il premio Eugene Smith nel 1985 a New York; nel giugno del 1999 le viene assegnato il Mother Johnson Achievement for Life; nel 2007 il premio Dr. Erich Salomon ed infine nel 2009 il Cornell Capa Infinity Award.
Ha esposto in Italia, Est Europa, Gran Bretagna, America, Francia, Brasile, Svizzera, Canada, ma pochissimo a Palermo, la sua città dove vive tutt’oggi.
English Version :: Photo exhibition: Letizia Battaglia Fotografie
A good picture is not technique. I took pictures as I am, messy, a bit adventurous… There’s no need of great technique, we need big heart…Banality can defeat you…
(Letizia Battaglia)
For the photographic section of the Festival arrives in Palau the greatest contemporary Italian photographer, Letizia Battaglia. Battaglia’s exhibiton concludes the cycle — started in 2013 with Mario Dondero, followed in 2014 by Romano Galioni – devoted to the biggest Italian photojournalists born in the thirties of the past century. The reporter from Palermo, atypical in her formation, started photographing when she was 39; since then she has devoted her life to the fight for freedom against the mafia, portraying, from 1974 to 1992, places and victims of homicides, also expressing the everyday in Sicily in the eighties and the nineties, images of the social fabric which survives the mafia grip, gazes of women and girls.
Her professional life has been rewarded innumerable and important prizes: she has been the first European woman to gain the Eugene Smith in 1985 in New York; in June 1999, she was awarded the Mother Johnson Achievement for Life; in 2007, she gained the prize Dr Erich Solomon and finally, in 2009, the Cornell Capa Infinity Award.
She has had shows in Italy, Eastern Countries, Great Britain, America, France, Brazil, Switerland, Canada, but considerably less in Palermo, the town where she still lives today.
The exhibition ‘Photographies’ — which consists of almost 40 ‘historical’ clicks narrating the everyday and the violence in Palermo between the seventies and the nineties of 1900, printed in various formats (from 30×60 cm to 35×45 cm) — will inaugurate on Thursday 10 September, at the Centro di Documentation of Palau Territory, at 9.30 pm. To follow, Litizia Battaglia will be the protagonist of the meeting ‘Reflections on the ethics of a craft’, the occasion when she will tell the audience of her experience of militancy during the Mafia war in Palermo, and her long season of photography.
The exhibition, realised in collaboration with Ogros Association, will remain open until the 30th of September.
ANTEPRIMA DELLA MOSTRA “FOTOGRAFIE”: