Siamo ad un passo dalla maggiore età!
Si consolida un progetto a misura, basato sulle energie dell’Associazione culturale Sarditudine che quest’anno compie 20 anni.
Isole che Parlano è un grande festival che ha scelto di vivere con equilibrio e di confrontarsi in modo costruttivo e positivo con i cambiamenti epocali in atto.
Nel 1996 il nostro fratello maggiore in Gallura era Time in Jazz. Oggi con il prestigioso festival di Berchidda sperimentiamo quello che auspichiamo possa divenire un modo nuovo di fare cultura, basato sul rispetto, sulla cooperazione e sul coordinamento tra le realtà che lavorano nel territorio.
In questa logica rientra anche la preziosa collaborazione con la Pragma Eventi e Cultura di Arzachena e con l‘Ente Parco di La Maddalena.
La funzione di Isole che Parlano oggi è quella di creare e promuovere cultura non commerciale, di prestigio e rilevanza internazionale, di contestualizzarla in ogni angolo della nostra terra meravigliosa, di traslare il locale in globale, il piccolo in grande. Facciamo questo da 17 anni, ponendo sullo stesso piano la fotografia, l’arte in gioco per l’infanzia, i concerti e gli eventi nelle aree naturalistiche e archeologiche.
Il trinomio Uomo-Arte-Natura sintetizza la poetica su cui siamo orientati che trova espressione nel nostro programma: saremo in piazza una sola volta e porteremo i suoni tra le isole dell’arcipelago e la campagna gallurese. La terra fa quadrato attorno a noi, ci protegge, il mare ci regala il gusto dell’avventura corsara, il rischio calcolato, il brivido del non abitato.
Ci accompagnerà in questa edizione la pulsazione jazz del sultano dell’Illinois Hamid Drake (USA), il beat tribale delle gemelle Sara e Maika Gòmez, Ttukunak, e della loro txalaparta (Euskadi-Spagna), il minimalismo ipnotico del griot balafonista Lansiné Kouyaté (Mali), la dolcezza cristallina del vibrafono di Pasquale Mirra, il canto armonico e difonico di Enkhjargal Dandarvaanchig(Mongolia) e, come esponenti della nostra musica tradizionale, il terzinato ‘alla sarda’ dei Maestri Campanari Sos Jacanos de Sardigna, il ballo del Cussertu Cùcuru ‘e Luna de Torpè e del Tenore San Gavino de Oniferi.
I più piccoli saranno introdotti alla pulsazione ritmica da Pasquale Mirra e dall’Omo Ritmo Luigi Lullo Mosso, mentre del passo del tempo si occuperà Cinzia Cometti nei suoi teatri della memoria. E parlando di chi il tempo lo ha da sempre attraversato, non poteva mancare Mario Dondero, una delle più grandi personalità del fotogiornalismo italiano, che si racconterá e ci fará rivivere la storia attraverso la lente di una macchina fotografica.
Cosa ne dite?
Ci seguite in questo viaggio?
Paolo e Nanni Angeli